San Nicola di Bari

O di Venezia?

Il 6 Dicembre si festeggia San Nicola di Bari o San Niccolò di Venezia?

San Nicola è uno dei santi più conosciuti, amati e venerati  da secoli, sia dalla chiesa cattolica che da quella ortodossa ed è emblema di bontà e di carità.

La sua figura si è nel tempo confusa e contaminata con altre, meno auliche, ma altrettanto impresse nell’immaginario collettivo

Si sa che il ‘Saint Klaus’ dei paesi anglosassoni, che porta doni ai bambini, e il ‘Babbo Natale’ dei paesi latini devono molto a questo Santo.  Queste moderne figure benevole sono ispirate a  San Nicola in quanto protettore dei bambini. Le leggende in proposito sono molte e si rifanno alla tradizione che vide il Vescovo regalare tutti i suoi beni ai poveri e in particolare ai bambini.  Le tre sfere preziose che porta in mano si riferiscono, per esempio, a uno degli episodi più noti: si tratta del  dono che fece alle figlie di un uomo molto povero che avrebbero dovuto diventare schiave o prostitute perché prive di dote.
Un altro miracolo legato ai bambini  e famoso soprattutto in epoca medievale, aveva toni molto più cupi. Avete guardato l’immagine qui a sinistra? Vicino al santo sono rappresentati tre fanciulli in una tinozza. Perché? Si raccontava che il Santo avesse resuscitato tre fanciulli che erano finiti sotto la scure di un terribile Oste che voleva servirli come pasto ai suoi commensali, dopo averli messi a “macerare” in una tinozza. Fortunatamente il santo intervenne dando un lieto fine al truce evento.

San Nicola di Bari o San Niccolò di Venezia?

Chiariamo innanzitutto che non è originario di nessuna delle due città, perché San Nicola nacque a Patara e morì a Myra, città dell’antica Licia, regione che attualmente è in Turchia.

Precisiamo anche che Niccolò è una variante di Nicola che deriva dal greco greco antico Νικόλαος (Nikòlaos), composto da νίκη (nìke, “vittoria”) e λαώς (laòs, “popolo, folla”).

Ma Venezia e Bari venerano lo stesso santo?

A Venezia  San Nicola, o San Niccolò, si festeggia il 6 dicembre ma a Bari lo si fa anche e anche il 9 Maggio. Come mai? La data del 9 maggio si riferisce alla spedizione che nel 1089 circa portò nella città le reliquie di San Nicola . Fu questo trasferimento del corpo da Myra nella città pugliese che fece diventare il Santo “di Bari”.

E Venezia? Quello che a Venezia venerano al Lido è lo stesso San Nicola perché  anche i Veneziani ne cercarono le reliquie riuscendo a portarne una parte a Venezia con la Crociata in Terra Santa del 1096. Una parte, perché le altre erano già state portate a Bari in seguito ad una spedizione avvenuta 10 anni prima.
A Venezia il Santo gode ancora oggi di larga venerazione, sia in relazione ai festeggiamenti invernali sia a quelli estivi, più vicini alla vita di mare. Una delle cerimonie più importanti della Città, quella della Sensa,  durante la quale da secoli Venezia rinnova il suo sposalizio con il mare, si svolge proprio davanti alla Chiesa del Monastero di San Niccolò.

Ma le reliquie sono davvero di San Nicola? Sappiamo che a questa domanda è difficile rispondere, e non solo per San Nicola.  E’ stato appurato che hanno quelle di Venezia hanno lo stesso DNA di quelle di Bari; pertanto, si tratta dello stesso corpo e non si sbaglierebbe molto aggiungendo “di Venezia”, al nome del Vescovo!.

Il dato certo è, comunque, che il culto delle reliquie diffuse ancor più la venerazione del santo  che divenne patrono di molte cittadine.

Oggi San Nicola è considerato il patrono di marinai, mercanti, arcieri, bambini, prostitute, farmacisti, avvocati, prestatori di pegno e detenuti

Le due città non sono le uniche a possedere i resti del Santo: a Rimini, per esempio si trova l’omero e in tutta Europa sono diffusi frammenti del suo scheletro

E perché si festeggia a dicembre?

Il 6 dicembre sembra sia la data della morte di San Nicola, ma non è certo.

Dicembre, prima dell’arrivo del cristianesimo, era già il mese delle feste e dello scambio dei doni. Si omaggiava infatti, Saturno con grandi banchetti, cortei e sacrifici e i partecipanti usavano scambiarsi  piccoli doni simbolici, detti strenne.

Nel Medioevo una versione cristianizzata dei Saturnali era la Festa degli Innocenti il 28 dicembre ed era diffusa soprattutto nelle scuole ecclesiastiche. In questa occasione gli studenti eleggevano il “vescovello”, una specie di dio Saturno romano che presiedeva ai festeggiamenti ed elargiva doni. La festa cristiana si rifaceva al noto episodio evangelico della strage degli Innocenti.
Dalla fine del XIII secolo, il 6 dicembre diventò il giorno in cui i “vescovi Nicola” salivano sui loro scranni: la tradizione raggiunse il culmine nel XVI secolo (ma in alcuni luoghi persistette fino al XIX). La tradizionale festa sfociava spesso in una carnevalata e la Chiesa, scandalizzata, iniziò a vietarla ma Nicola sopravvisse nelle scuole e nelle case grazie ai bambini, che continuarono a festeggiarlo e a ricevere i suoi regali (fonte Focus art 6 dic- 2017)

Ed è proprio nel Nord Europa, come si diceva, che San Nicola divenne Santa Klaus, assimilando tradizioni popolari o pagane e facendo propri usi, costumi e sembianze di altri personaggi, come Odino fino ad ispirare,  il più noto odierno Babbo Natale

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